Racconto - Stasera cucino io

    Luca e Donatella arrivarono con qualche minuto di anticipo rispetto l'appuntamento, quindi decisero di aspettare gli altri invitati dal portone di casa di Romeo e Giulia. La serata era fresca e Luca abbracciò teneramente sua moglie che si strinse a lui; un brivido gli percorse la schiena, avvertiva un'insolita sensazione.

    «Non ti sembrano un po' "strani" ultimamente Romeo e Giulia?»

    «No, perché dici così?»

    «Li vedo un po' meno coppia perfetta del solito, come se si fosse incrinato qualcosa, e ora che ci penso, in tanti anni che li conosciamo è la prima volta che andiamo a casa loro.»

    «Ma se sono sempre affiatatissimi, tu li vedi "strani" da sempre.»
Donatella invidiava la coppia di amici, sempre insieme, innamorati, dopo tanti anni di matrimonio si lasciavano ancora andare ad effusioni, spesso in pubblico, e ogni volta che si vedevano non mancavano di condividere le loro nuove esperienze.

    «E poi questa volta ha insistito proprio Romeo ad invitarci», Luca non era mai riuscito a creare un legame e non perdeva occasione per far notare la sua avversione.

    «Beh deve far fruttare il corso di cucina che hanno strapagato», ridacchiò amaramente Donatella; non ricordava l'ultima volta che aveva condiviso una passione con il marito. «Siamo a cena da veri chef stasera, non lo dimenticare.»
Rise anche lui, ma lo strano presentimento continuava a maturare, quella coppia non gli era mai piaciuta; Giulia, però, era un'amica d'infanzia di Donatella, quindi doveva farseli andare bene. Si sforzò di scacciare i pensieri maligni dalla testa pensando che fortunatamente non li vedevano così spesso. Poteva sopportare.

    «Mi aspetto almeno una cena con i contro-fiocchi, da mesi non parlano d'altro.»

    «Ora che ci penso è da qualche settimana che non sento più Giulia. L'ultima telefonata per dirmi che entrambi avevano passato questo corso di cucina a pieni voti.»

    «Sarà stata più impegnata del solito, con il suo lavoro è un imprevisto continuo. Speriamo solo vada tutto liscio e non facciano le solite scene imbarazzanti da ragazzini innamorati.»

    «Proprio non ti piacciono eh? Vedrai che sarà tutto perfetto.»

    «Speriamo bene.»

    «Buonasera ragazzi», Giovanni si avvicinò sbucando da una via laterale; sottobraccio portava Marta la sua nuova fiamma, molto più giovane di lui, che li salutò con un ampio sorriso fin troppo accentuato.

    «Aspettavamo giusto voi, possiamo salire, stasera fa un freddo cane»; pensiero che Luca intuì non essere condiviso da Marta considerato il suo abbigliamento succinto. Giovanni gli fece l'occhiolino vedendolo intento ad apprezzare la sua nuova ragazza.
Citofonarono, ma non ottennero risposta. Passato qualche istante Romeo si affacciò dal balcone sopra le loro teste e dopo averli salutati con un rapido gesto della mano rientrò per aprire il portone.Salirono un paio di piani a piedi per trovare Romeo ad accoglierli sul pianerottolo di casa; lo sguardo basso, come se si vergognasse, ma cercò di essere comunque accogliente sfoggiando un sorriso tirato.

    «Dovete scusarci, ma Giulia è dovuta andare via. Un imprevisto», scosse la testa amareggiato, «ma cercherà di arrivare il prima possibile, anche lei ha dato tutto per questa cena; nel vero senso della parola», rise forte, forse troppo, era un po' in imbarazzo per l'imprevisto e non riuscì a nascondere del tutto il suo nervosismo.

    Luca lanciò un'occhiata eloquente a sua moglie per confermarle il suo pessimo presentimento, ma fu volutamente ignorato; lei odiava avallare le sue previsioni pessimistiche.
Fecero un rapido giro della casa seguito dai soliti convenevoli anche se nessuno rimase veramente colpito. L'appartamento era semplice con un arredamento moderno ed essenziale, molto minimale, ma qualcosa stonava nell'ambiente; si intuiva un senso di pulizia quasi maniacale e l'odore dei vari detersivi era fin troppo penetrante. Una grande cucina, almeno a detta di Romeo, dato che nessuno vi poteva entrare: «non posso svelarvi i trucchi dello chef», aveva prontamente risposto alle curiosità degli amici. Una camera da letto spaziosa, una sala con una TV enorme e un bagno modesto. La casa adatta ad una coppia che non aveva intenzione di allargarsi.
Luca si aspettava decisamente di meglio dalla dimora della coppia perfetta e Giovanni sembrò confermare il suo pensiero con un'occhiata d'intesa, anche se in genere era molto meno critico.

    Stettero un'ora abbondante in sala a stuzzicare qualcosa di aperitivo e scolarsi una bottiglia di prosecco; l'unica che iniziava a riscaldarsi in un'atmosfera abbastanza gelida era Marta, mentre gli altri iniziarono a sentirsi in imbarazzo tra l'attesa e le conversazioni sterili. In tutto questo, di Giulia neanche l'ombra.
Romeo, alla fine, decise di prendere in mano la situazione. «Va bene ragazzi», batté le mani rumorosamente, «dato che comunque la cena l'abbiamo preparata direi di accomodarci ed iniziare a mangiare, Giulia avrebbe voluto così».

    «Possiamo aspettare dai, non è un problema mangiare più tardi, ma prova a sentirla magari sta arrivando», disse Luca istintivamente.

    Seguì qualche secondo di silenzio imbarazzante che gli bastò per percepire lo sguardo accusatorio di sua moglie, soprattutto, ma anche quello di Giovanni, mentre Marta continuava a ridacchiare e giocherellare con il calice di prosecco senza curarsi troppo della situazione.

    «Non risponde», disse secco, forse troppo, per poi aggiungere prontamente che anche sua moglie si era molto impegnata nell'organizzazione ed era un peccato che un imprevisto potesse rovinare tutto. Gli altri tre si fecero convincere senza troppa difficoltà, Luca non osò aggiungere altro.

    Scettici, ma affamati, si accomodarono mentre Romeo si infilò nella misteriosa cucina. Poco dopo portò in tavola ancora qualche antipasto che finirono in pochi minuti senza nascondere il loro appetito vorace. Passò un'altra mezz'ora abbondante, ma dal fronte Giulia non sembrava arrivare nessuna particolare novità.

    «E ora il piatto forte, il nostro cavallo di battaglia, fatto con le nostre mani e con tutto il nostro amore», Romeo si sforzava di indirizzare la cena sui binari giusti; entusiasta poggiò un grosso pentolone di metallo a centro tavola. Fece i piatti, servì prima le donne, poi gli altri due amici.
La pietanza ebbe successo, qualcuno addirittura fece il bis; nessuno si limitò con i complimenti, anche Luca si dovette ricredere sulle doti culinarie di Romeo.

    «Alla salute di Giulia quindi!», Luca propose il brindisi, «peccato che non sia qui a godersi tutto questo».

    «Oh ma certo che c'è», disse Romeo con una strana risata, quasi sinistra.

    Ci fu un attimo di silenzio.

    «Nel senso che ci ha messo tanto di quell'impegno per questo piatto che è come se ci fosse una parte di lei qui dentro», un'altra risata, un po' nevrotica, forse dovuta all'euforia del momento dato che tutto sommato la serata stava proseguendo dignitosamente e non si era rivelata un fiasco, nonostante l'assenza della moglie.

    «Squisito!»

    «Ottimo davvero, complimenti!»

    «I complimenti dovreste farli a Giulia, ma riferirò...forse.»

    «Beh la prossima volta lo dobbiamo rifare, magari ci date due dritte anche a noi.»

    Romeo scoppiò in una risata fragorosa tra gli sguardi stupiti degli altri, non sembrava così divertente, eppure quasi piangeva mentre si teneva la pancia dal ridere.

    «Questi sono piatti che vengono bene solo una volta nella vita». La frase cadde nel vuoto, nessuno ne capì il senso, ma nessuno aveva neanche intenzione di contraddire il padrone di casa.
Luca, a metà del suo secondo piatto, quasi rischiò di spaccarsi un molare nell'addentare qualcosa di particolarmente duro; non urlò, ma si limitò a coprirsi la bocca con la mano. Romeo non sembrò accorgersi di niente, impegnato a riempire il piatto di Marta con lo spezzatino fumante mentre decantava orgoglioso la buona riuscita del piatto.

    Luca con un dente dolorante, cercò di nascondersi il più possibile per sputare discretamente il boccone di cibo masticato nel tovagliolo.
Aprì il fazzoletto per controllare. Rimase interdetto. Vide un grumo di carne gommosa con un ossicino che spuntava da una estremità; avvolta intorno una striscia luccicante.

    «Che cavolo», lo strofinò per pulirlo e con sua grande sorpresa, tolto il sugo superfluo, vide l'anello d'oro attorno al pezzo di carne indefinito. Si guardò intorno, nessuno sembrava prestargli attenzione; lo sfilò e, dopo averlo rigirato tra le dita, lesse l'incisione all'interno: "Romeo 07/05/94".
Tossì rumorosamente. Un conato di vomito gli risalì lungo la gola, lo trattenne a fatica. Riprese fiato sforzandosi di parlare: «scusa Romeo quando vi siete sposati più tu e Giulia?»





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