La macchina del tempo
Probabilmente non lo facevano ancora gli uomini primitivi, ma sono sicuro che l’essere umano abbia, più o meno da sempre, fantasticato sul viaggiare nel tempo. Che sia nel passato o nel futuro, quanto sarebbe bello poter rivivere quanto già successo nella nostra epoca storica preferita, oppure andare a sbirciare quello che ci aspetta nei prossimi anni?
Una macchina del tempo vera e propria ancora non
siamo stati in grado di inventarla, ma per viaggiare nel tempo l’essere umano
ha comunque a disposizione uno strumento di una potenza inaudita:
l’immaginazione. Certo, forse non della massima precisione, uno strumento che
rischia di lasciarsi andare troppo alla volontà del suo utilizzatore, ma uno
strumento comunque fantastico. Libri, racconti, film, serie tv e chi più ne ha
più ne metta. Le storie riguardo ai viaggi nel tempo sono sconfinate. Potremmo
stare qui per ore, forse giorni, a citare tutte quelle esistenti o ad
inventarne di nuove.
Il libro di cui vi voglio parlare oggi è uno dei
precursori del genere, o comunque uno dei più conosciuti e longevi. “La
macchina del tempo” di H.G. Wells è un bellissimo romanzo del 1895. La
scrittura visionaria di Wells ha aperto le porte ad un filone che ancora oggi è
in grado di lasciare il pubblico con il fiato sospeso e gli occhi sognanti.
Lo scrittore ci porta nell’Inghilterra di fine
Ottocento dove non erano ancora state scardinate tante credenze e meccanismi
sociali che oggi non esistono più e a pensarci ci sembrano ridicole. Ma provate
a immaginare come sarebbe ascoltare il racconto di uno dei vostri più stretti
amici, quindi persona fidata, circa un suo viaggio nel tempo. A quel punto per
quanto esterrefatti ma incuriositi il gruppo riunitosi nel salotto del
viaggiatore del tempo, loro amico fidato seppur uno scienziato eccentrico, e
ascoltato l’inizio di un racconto fuori di testa decidono di dargli una seconda
possibilità, concedendogli il più classico beneficio del dubbio.
Il gruppo si dà appuntamento qualche giorno
dopo, a cena, per saperne di più, ascoltare tutti i dettagli e magari ottenere
qualche prova concreta di questi viaggi che il viaggiatore del tempo sostiene
di compiere con una strana macchina di quarzo e avorio, perché dargli del pazzo
alla prima occasione sarebbe comunque troppo facile.
Trascorrono pochi giorni anonimi nel presente,
ma nello stesso lasso di tempo il viaggiatore andrà avanti di centinaia di anni
per scoprire il mondo degli Eloi, delle creature aggraziate e indifese che
sembrano vivere in completa simbiosi con la natura. Ad una prima occhiata del
viaggiatore il mondo sembra finalmente aver raggiunto l’equilibrio perfetto.
Non c’è più bisogno di lavorare, di fare la guerra a nessuno né tanto meno
sembra importante avere uno scopo preciso nella vita. Gli Eloi si limitano semplicemente
a vivere senza capi ne padroni, a contatto con la natura. Ma un vero
esploratore non si fida mai della prima impressione. Un paio di episodi
inizieranno a risvegliare qualche timore e una morbosa curiosità. La conoscenza
di Weena, una docile ragazzina che gli si affeziona e lo seguirà, pur con
diverse reticenze, e il primo contatto con i Morlock, naturali antagonisti
degli Eloi, creature sprezzanti che vivono nel sottosuolo e si muovono
solamente con il favore delle tenebre, non faranno altri che alimentare i suoi
cattivi presagi. Cattivi presagi che presto diventano realtà scoprendo cosa si
nasconde dietro quel nuovo mondo paradisiaco. Con la scomparsa della macchina
del tempo si ritroverà in preda all’angoscia a temere per la propria vita,
intrappolato in quel mondo che non riconosce più.
“La macchina del tempo” è un bel romanzo di
avventura dove lo scrittore immagina un futuro che solo in apparenza appare
migliore, ma tanti sono i riferimenti ai problemi già ricorrenti nella sua
epoca e in qualche modo riportabili ai giorni nostri. L’eterno conflitto tra la
borghesia e la classe operaia, che cambia faccia e nome ma probabilmente non potrà
mai davvero finire, perché non esisterebbe l’uno senza l’altro. Tante altre
sfumature fanno di questo libro una storia che ha viaggiato nel tempo, e
probabilmente rimarrà ancora la sua traccia nel futuro.
Come sempre il mio articolo è disponibile anche sul sito di Quilianonline.it a questo LINK.
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