Il padre infedele
Questa volta non ci aspettano
viaggi in posti esotici, cacce interminabili a assassini o arcani misteri da
scoprire. O forse Scurati, lo scrittore di questo libro, prova a togliere il
velo da un segreto irrisolvibile: l’essere umano. Anzi, ancora peggio, l’essere
umano che diventa genitore.
“Il padre infedele” è il romanzo
di Antonio Scurati che ho da poco finito di leggere. Un libro utile e
rivelatore in un certo senso non solo per chi è già papà o per chi sogna di
diventarlo, più ai primi che ai secondi per alcune pieghe che prende la storia,
ma in linea generale è un libro che aiuta a capire la mentalità dell’uomo e
quindi ritrovarsi un po’ in certe dinamiche che ci riguardano da vicino. Questo
non significa però che sia un libro prettamente maschile, anzi può essere una
chiave di lettura interessante per il sesso opposto che magari vuole provare a
comprendere meglio l’altro universo. Perché anche se è vero che le donne sanno
essere “dolcemente complicate”, come cantava Fiorella Mannoia, anche gli uomini
certe volte non scherzano con i tarli che gli frullano in testa.
Scurati, per chi non lo
conoscesse, recentemente ha vinto il premio Strega con un altro grandissimo
romanzo “M. Il figlio del secolo”; con il suo stile molto profondo e coinvolgente
è bravissimo a renderci partecipi di tutte le turbe che attanagliano il
protagonista de “Il padre infedele”.
A dispetto di quello che ci fa
pensare il titolo non si tratta solo di una sordida raccolta di tradimenti alle
spalle di una coppia, sbilanciata e spaccata dalla nascita di un figlio. Uno
stereotipo forse, ma dietro la facciata come spesso accade c’è molto di più. Il
romanzo si concentra sul rapporto tra il protagonista e la figlia e poi certo
anche tutta quella trasformazione che avviene in una coppia quando si trasforma
in un trio, se pensiamo che la frase di apertura è già molto forte ed
emblematica. Ma il lato davvero interessate è capire la trasformazione che
avviene nella testa di un essere umano quando inizia a sentire davvero su di sé
la responsabilità di un’altra vita. È questa la fedeltà di cui parla Scurati,
quel rapporto che si crea con la propria prole e l’insicurezza di riuscire a
lasciarsi alle spalle qualcosa di solido e concreto.
Un racconto profondo e introspettivo,
che sa di confessione, narrato in prima persona che cerca di analizzare la
difficoltà di essere padre e allo stesso tempo mantenere l’equilibrio
all’interno della coppia, due realtà in continuo contrasto tra le nuove
responsabilità e i demoni del sesso pronti a sfruttare le debolezze della carne.
Il romanzo come già detto si apre
con una frase molto forte, che può essere anche fraintesa, ma non lascia dubbi
sul fatto che i nostri protagonisti si trovino davanti ad un crocevia
fondamentale ed inevitabile, di quelli che non ti permettono di tornare
indietro.
Glauco Revelli, il nostro protagonista,
è uno chef quarantenne di un ristorante blasonato di Milano, in bilico tra la
tradizione tramandata dal padre e l’innovazione dei tempi moderni, alla spasmodica
ricerca della famigerata stella Michelin. Con la nascita della figlia gli
vengono a crollare anche quelle poche certezze che credeva di avere, il
rapporto con sua moglie, ora trasformata in mamma, cambia completamente e
lascerà spazio al disorientamento. Complice il disamore nei confronti della compagna,
che gli si nega dal parto, si ritroverà a dover gestire le difficoltà di un
padre tra gli insaziabili demoni del sesso, che perennemente offuscano la mente
maschile, e quel senso di colpa o inadeguatezza che colpisce un genitore che
guardandosi intorno si domanda quale sarà l’eredità culturale che sta lasciando
ai propri figli.
Fortunatamente non è sempre così, verrebbe da pensare a chi è già padre, però è innegabile quanto siano veritieri certi meccanismi e alcuni pensieri che attanagliano l’uomo. Scurati è bravo a fornire un nuovo punto di vista su un argomento difficile i cui lati negativi e oscuri vengono spesso nascosti dietro molti luoghi comuni di cui non si parla mai abbastanza, trascurando taluni problemi che non vengono affrontati nel modo giusto o peggio ignorati.
Come abitudine trovate il mio articolo anche su quilianonline.it sezione biblioteca o cliccando su questo LINK
Commenti
Posta un commento
Lascia un commento, un pensiero, un parere.