La metamorfosi
A chi non è mai capitato di svegliarsi una mattina con una strana sensazione. Soprattutto di questi tempi che un giorno ci si sveglia in con una pandemia mondiale e un altro giorno con una guerra in corso. Ma anche pensando a cose più piccole e più “quotidiane” può capitare di aprire gli occhi per la prima volta nella giornata e sentirsi semplicemente diversi.
Solitamente nella letteratura, o ancora di più
nei film, i tormenti del pensiero arrivano di notte, quando si dovrebbe trovare
il sollievo e la pace del sonno, tanto da aver paura di andare a dormire
proprio per non dover fare i conti con i propri incubi. Leggendo questo libro
invece si ha il problema opposto: aver paura di come può essere il risveglio al
mattino.
Al protagonista di questa storia però è andata
molto peggio. Gregor Samsa dopo una notte di sonni inquieti si ritrova sempre
nel suo letto, e fin qui nulla di strano, ma presto si scopre trasformato in un
enorme scarafaggio.
I più appassionati di letteratura sicuramente
conoscono le vicende che Gregor ha dovuto affrontare nel racconto “La
metamorfosi” di Franz Kafka. Un libro che ha fatto la storia e ancora oggi gode
di un’ottima fama riuscendo ad essere, nonostante la vetusta età, ancora molto
attuale.
Ma cosa poter raccontare di una storia per cui
forse sono già state spese tutte le parole? Per quanto può essere un argomento
trito e ritrito in verità può esserci, anzi sicuramente ci sarà, qualcuno che
non l’ha mai letto. Forse è arrivato proprio il momento di recuperare.
Anche io ad esempio, per quanto appassionato di
libri e di storie ammetto che ho letto per la prima volta per intero questo
racconto solo qualche giorno fa approfittando di qualche giorno di ferie.
Solitamente con questo caldo soffocante non riesco a concentrarmi su romanzi
troppo lunghi, quelli arrivano con l’autunno, quindi racconti e collezioni di
racconti per me sono perfette, sotto l’ombrellone o al cospetto di una
montagna. Tornando alla narrazione, da parte mia non ci sono stati molti colpi
di scena perché pur non avendola mai letta integralmente conoscevo già le
vicende, ma un conto è sondare la superficie un altro è tuffarsi nelle
profondità delle pagine.
A parte lo stupore iniziale anche Gregor si
abitua alla sua nuova situazione d’insetto, vivendo rassegnato, e questa è la
cosa peggiore che si possa fare. Accettare la realtà che ci viene messa davanti
agli occhi, solo perché qualcuno ha deciso così per noi, senza cercare di
cambiarla se non ci piace o non ci soddisfa.
Il monito del libro è proprio questo. Cercare di
non farsi imprigionare, o rendersene conto se già lo si è, dagli schemi e dalle
gabbie della società, del lavoro e della famiglia. Schemi che ci possono
rendere impersonali, non caratterizzati, come appunto degli insetti.
Un esempio Kafka ce lo fornisce proprio
all’inizio dopo il suo incipit ad effetto che ci butta di prepotenza dentro il
problema e ci fa capire che la prima preoccupazione del protagonista non è tanto
la sua nuova forma mostruosa, ma più il fatto di essersi svegliato tardi e
quindi non potersi presentare in tempo a lavoro, a riprova di quanto questi
meccanismi mentali della borghesia dell’epoca siano ben radicati.
“La metamorfosi” è quindi una gigantesca
metafora delle nostre vite schiacciate dalle convenzioni sociali e della
difficoltà di comunicazione che molte volte ci sono anche in ambiti familiari o
con i nostri simili.
Tutta la vicenda si svolge nella casa dei Samsa,
ma in maniera particolare nella camera di Gregor, un’ambiente piccolo e
asfissiante come la sua vita oppressa tra gli impegni ferrei del lavoro e la
continua necessità di essere all’altezza di quello che la sua famiglia si
aspetta da lui.
All’inizio la famiglia, seppur riluttante, se
prenderà cura in qualche modo perché il loro sostentamento era possibile
proprio grazie al lavoro redditizio di Gregor. Ma quando si verranno a creare
dei nuovi equilibri, essendo ormai chiaro che il giovane non guarirà, in
qualche modo anche l’affetto verrà meno, facendogli percepire il grosso insetto
solo per un grande impedimento e un fastidio di cui doversi occupare.
Sicuramente le cose sono cambiate rispetto al
tempo del racconto, dove i concetti sono per motivi narrativi esasperati, ma
“La metamorfosi” offre materiale di qualità su cui riflettere. Nel libro
infatti ci sono anche riscontri autobiografici con la vita dell’autore che
trovava impossibile la conciliazione delle sue passioni con le aspettative
della propria famiglia, schiacciato dalle costrizioni della vita borghese.
Forse sono cambiate alcune regole rispetto ad allora,
ma a volte sembra proprio che alcuni meccanismi, che ci possono far svegliare
una mattina con qualcosa di strano, siano ancora ben funzionanti.
Come d'abitudine il mio articolo è disponibile anche su www.quilianonline.it grazie alla loro collaborazione e lo trovate a questo link: Link all'articolo
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